Le gibbie - le parole della notte

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Le gibbie

Note

Cinquant'anni fa in estate a Licodia mi sentivo un po' privilegiato. Avevo la casa a mare a Scoglitti! Andavo a fare i bagni a mare! Qualche mio compagno di giochi il mare non lo aveva mai visto, ma non era una mancanza inconsolabile, come vedremo. A Salvatore (ndr il Salvatore cui mi riferisco non è identificabile, poiché  nelle amicizie siciliane, ognuno di noi, di Salvatore e Giuseppe ne ha una "scorta convenienza") cercavo di spiegargli com'era il mare, la sabbia, com'erano gli scogli, le onde; cercavo però di non mortificarlo perché a me sto fatto di avere la casa a mare me lo facevano pesare come se fossi di famiglia ricca, come se in qualche modo, prima o poi, me la dovessero far pagare (era semplicemente la casa dei miei nonni). Naturalmente non è mai successo, ma io, per il sì e per il no, un po' di precauzione nel parlare del mare l'avevo sempre. E Salvatore mi rispondeva placidamente che… sì, lì c'è il mare, ma noi qua abbiamo le gìbbie! Io lo lasciavo a questa sua consolazione, contento di avere pareggiato la discussione, perché con gli amici sicuramente non mi piaceva perdere, ma allo stesso modo non mi piaceva vincere.
Ripercorrendo però, mentalmente, le discussioni che facevamo da bambini, mi accorgo che in realtà ero io che perdevo sistematicamente, perché sì vabbè il mare, ma il bagno nelle gìbbie era una cosa spettacolare, una esplosione di felicità accompagnata sempre da quella giusta dose di adrenalina pura derivante dal fatto che ti stavi sicuramente divertendo ma nello stesso tempo stavi infrangendo non so quante regole e divieti: quello di papà di non allontanarmi fuori paese senza il suo permesso; quello di mamma di non frequentare certi compagni che mi portavano a malastrata; quello di mamma e papà, e di padre Cataldo di non rubare e di non desiderare la roba d'altri, quelli dei proprietari delle gìbbie ché gli svuotavamo la vasca con tuffi e manate e quelle goffe nuotate che si smuoveva un mare d'acqua senza spostarsi di un centimetro. Se poi vicino alla gìbbia c'era qualche albero di frutta (e c'era sempre perché la gìbbia serviva proprio ad irrigare l'orto e gli alberi da frutta) potevamo esimerci dalla degustazione? Capirete bene che se a degustare albicocche o ciliegie è un branco di 5-6 ragazzi affamati dopo due ore di bagno e lazzi e strapazzi, dopo la loro visita l'albero è talmente devastato che le carcarazze manco ci perdono tempo a darci la ripassata.
Le gìbbie più frequentate erano prevalentemente quattro: quella del casale, con la sorgiva naturale che l'acqua era ghiacciata anche per Santa Margherita; quella di don Fulippu Maazzè alla Funtanedda; quella dietro al cimitero, che aveva un casotto di lato ideale per i tuffi, e infine la gìbbia della cava, la più grande e pericolosa perché era molto profonda, e quando non era piena del tutto diventava ancora più pericolosa per il semplice motivo che continuava ad essere profonda per la nostra statura e in più con le braccia non arrivavamo ad aggrapparci nel bordo, per uscire. Ne sa qualcosa il mio amico Dino, salvo grazie ad un bastone trovato nei paraggi. Il proprietario più rompiballe era quello della gìbbia dietro al cimitero, un vero paradiso terrestre con alberi da frutta di tutte le varietà, ombra ai bordi della vasca, e il casotto - che conteneva il motore a scoppio e la pompa idraulica - a fungere da trampolino per acrobatici tuffi. Insomma, sarebbe stato meglio di un villaggio turistico se…
Quella mattina eravamo io e Gigi, tranquilli, a fumare, mangiare frutta e parlare di ragazze e motorini, chiaramente nudi, mica ti portavi il costume e certo non potevi bagnare le mutande ché se dovevi scappare di corsa…
Il proprietario ci colse di sorpresa, un vero e proprio agguato. Noi scappammo ma lui ci sequestrò i nostri indumenti e se li portò. Rimanemmo lì, nudi. Tornammo a casa all'ora di pranzo, quando il sole carcarìa e fuori non si vedono manco i cani, coperti alla meno peggio con degli stracci tolti ad uno spaventapasseri ed un brandello di sacco del nitrato.

Vogliamo disquisire sulla quantità e qualità di botte ricevute arrivato a casa? Meglio di no.  

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