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Mi incontrò di mattina,
la mia prima mattina.
Dicono che fu lui a soffiarmi in bocca.
Dicono poi che, chiuse le finestre,
rimase nella stanza a sibilare
e tacque solo quando il mio vagito
s’infranse con dolcezza contro il seno.
E poi sparì, lasciando come dono
l’odore acro del carbone arso
che con un soffio, un sibilo, un respiro
da fuoco si fa cenere e purezza.
Credo che fu di allora la promessa
che mai nessuno riuscì a sentire:
Filippo e il vento si ritroveranno.
Vorrà restituito quel suo soffio,
e con quel soffio,
sibilerà di nuovo sul carbone
a spandere la cenere,
a rinverdire il dono,
a liberar purezza. ©
Filippo Bozzali -